giovedì 21 gennaio 2016

UN'OCCHIATA AL FUTURO






-Alessia!- mi chiamò mio padre -E’ pronta!- finalmente mio padre dopo tanto tempo ci è riuscito!Presi la mia felpa e corsi in cantina.
-Guarda!Finalmente sono riuscito a ultimare la mia macchina del tempo,magari ci fosse qui tuo nonno per rinfacciarglielo,lui che lo credeva impossibile!-
-Bravo papà!Non ce la facevo più a vederti in quelle condizioni:ogni sera stavi sveglio fino a tardi e mamma si arrabbiava sempre perché non mangiavi mai insieme a noi!-
-Si’,stava diventando pesante anche per me ma … finalmente è finita!Forza,mettiti questi occhiali e entriamo nella macchina,diamo un’occhiata al futuro!-
-Si’,che bello!-
Allora mio padre premette un grosso pulsante rosso e entrammo in quella grossa macchina ricca di fili e spine.
-Mi raccomando stammi vicino Alessia e promettimi che mi ascolterai-
-Certo papà!- Capivo le sue preoccupazioni,insomma,non capita tutti i giorni di viaggiare nel tempo.
All’improvviso mi ritrovai circondata da molte luci di tanti colori diversi,incredibile!Fluttuavamo nel nulla!
viaggio nello spazio del futuroTutto svanì velocemente,ci ritrovammo davanti a casa nostra solo che era diversa :la porta era bianca e aveva uno scanner vicino alla maniglia,wow!Il primo segno del futuro!Mi guardai attorno e vidi che la città era cambiata moltissimo … Mio papà mi tirò dietro un cespuglio e mi tappò la bocca di scatto:-Sh!Guarda… ci sono io,insomma,il me del futuro,non possiamo permetterci di interferire,potrebbe cambiare il corso della nostra vita e non sarebbe una cosa bella. La vita deve seguire il suo corso e se per caso vedremo qualcosa di brutto ti do l’ordine di non fare niente!Dobbiamo accettare le cose così  come sono.-
-Okay papà,mi sembra più che corretto-
Ed ecco che iniziammo il nostro “Viaggio nel futuro”. Arrivammo in un parco e le scale degli scivoli erano automatiche,come quelle che ora ci sono nei supermercati e nei grandi negozi.
Ero curiosa di vedere come si fosse evoluto l’ospedale perché un mese fa’ dovetti essere ricoverata in ospedale per una brutta infezione.
Per mio padre non fu un  problema,decidemmo di noleggiare una macchina …
automobili che possono colareEravamo in seria difficoltà perché quella macchina era una macchina del futuro,non toccava terra,credo fosse dovuto ad una forza magnetica che non so ben definire,ma alla fine fu più difficile capire come accenderla che tutto il resto. Detto questo … arrivammo all’ospedale e entrammo. Si vide molto la differenza tra presente e futuro,forse l’ospedale era la cosa che si era  più evoluta.

Mi accolse un simpatico robot che mi fece uno scanner del corpo e,accorgendosi di avere davanti una dodicenne cambiò aspetto:da  un robot grigio e rosso diventò un simpatico robot pieno di colori per trasmettere felicità al paziente,poi iniziò a parlare:-Ciao,sono Red Cross 10.7, da che tipo di sintomi si sente affetta?- -Da niente,volevo solo vedere l’ospedale- -Come?Allora la lascio alla sua visita- -Grazie Red Cross!-
Mio padre era molto attento a quello che osservava,scriveva e si appuntava tutto ciò di nuovo che vedeva, senza mai stancarsi.
I pazienti erano tutti adagiati su comodi letti e i pasti erano ottimi,anche le bevande …
Le visite e le cure erano tutte più veloci grazie alle nuove tecnologie e ai nuovi farmaci.
-Alessia sto iniziando ad avere fame e tu?- -Sì,pure io, andiamo a mangiare-
Decidemmo di vedere anche come il McDonald fosse cambiato,e lo era bene.
-INSERIRE L’ORDINE-C’era scritto su un tablet  fuori dal ristorante ,dove si prendono gli ordini in macchina ,per farci capire!Dopo aver ordinato due panini e due coca-cole, i panini uscirono velocemente da un tubo e subito dopo ci sedemmo su una panchina vicino ad un albero gustandoci il pranzo.
Finito di mangiare mio padre disse che c’era un limite di tempo per stare nel futuro e quel tempo stava per finire. Avremmo potuto rischiare di rimanere bloccati in quella realtà ancora sconosciuta. Senza perdere tempo ci nascondemmo dietro ad un piccolo negozio di vestiti e schiacciammo un pulsante. Ed ecco che  rientrammo in quel tunnel luminoso e sospeso nel nulla. In due secondi rieccoci nella nostra cantina sotto casa con il sottofondo della mamma che ci cercava:-Alessia,Andrea?Dove siete!?- -Eccoci Michela,siamo qui in cantina- la avvisò mio padre.
-E’ da dieci minuti che vi cerco,dove eravate?-
-Nel futuro mamma-

-Si’ certo…-


Alessia 12 

4 commenti:

  1. Cara Marina,come d'accordo eccoci qua...a salutarci attraverso un commento sulla mia storia.
    Innanzitutto ti volevo ringraziare per le bellissime mattinate che mi hai fatto passare e per avermi sopportato in quella mattina in cui ero diventata leggermente isterica.
    Mi mancherai tu e la tua,come la chiamo io "Babyaula" ma soprattutto IL MARZIANO-RANA (Perché siamo sinceri...un po' rana sembrava)...
    Per caso un giorno ho visto,immerso in tanti schizzi/disegni fatti da altri bambini,un pezzo di articoli che parlava dell'angelo dell'ospedale di Ponte S.Pietro...in effetti è vero...quel giornalista mi ha rubato l'idea di paragonarti ad un angelo!(accidenti!)
    Ti ringrazio di tutto❤️Continua così,a trasmettere sorrisi ai poveri bambini ricoverati perché ne hanno bisogno❤️
    UN BACIONE
    DA ALESSIA(quella con la firma colorata fatta con quel sito che ti ho passato io)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao, Alessia! Finalmente a casa! Ha funzionato il nostro scaramantico saluto "A domani" ... un giorno di degenza risparmiato. Degenza che ti ha visto affrontare ogni giorno a testa alta, anche quando sembrava non dovesse finire mai, anche quando intorno a te cambiavano i volti delle tue compagne d'avventura, dei tuoi vicini di stanza.Hai resistito fino all'ultimo, con il sorriso sulle labbra e la tua grande voglia di scrivere, spesso una buona arma per sfogare rabbia e frustrazione... coltiva questa tua passione, questa tua dote. A proposito, se mi dai il permesso, al più presto pubblicherò il tuo ultimo testo, le immagini però questa volta sarò costretta a sceglierle io. Salutami i tuoi genitori e una grattatina dietro alle orecchie al tuo "futuro" cagnolino, Dream ...il tuo sogno da più anni... ma i sogni sono così, come il Natale: l'attesa è la parte più difficile, ma più è lunga e travagliata e tanto più è incontenibile la gioia quando si realizzano,come un'esplosione: sembra davvero di toccare il cielo con un dito.
      Ciao, Marina

      Elimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. Grazie mille❤️mi mancherai moltissimo❤️
    P.s.per il mio testo va bene se lo pubblichi tranquilla,anzi,mi fai anche un piacere❤️
    Un bacione
    Alessia

    RispondiElimina