venerdì 28 ottobre 2016

LA PASSIONE SCACCIA LA RABBIA


A volte può pressare,
ma senza rabbia non si può stare,
è come un' esplosione,
un' incontrollabile emozione.Puoi piangere, innervosirti 
ma solo lei riesce a capirti.
Con lei riesci a sfogarti,
ma non è sufficiente per liberarti.
Ti tartassa continuamente 
e arriva rapidamente,
ribolle nello stomaco 
come un bombardamento atomico.
Un residuo di magone,
come un aquilone,
vola via
senza lasciare una scia.
Io che per il canto ho la passione,
riesco a far andar via l'agitazione.
nel petto ho il batticuore,
che mi fa rallegrar l'umore.

Erica 16


sabato 22 ottobre 2016

LA RABBIA DI GIGINO

Dopo una notte piena di incubi, un mattino Gigino si sveglia nervoso,dopo qualche   minuto si alza e  scende giù in cucina,  prende il latte e  mentre lo beve per sbaglio il latte gli  si  rovescia addosso e  In quel momento il sangue nelle vene sta ribollendo.
Successivamente sale in camera sua per cambiarsi la maglietta, appena apre l’ armadio i suoi vestiti  gli cadono sulla testa e a quel punto i suoi occhi si venano di rosso per la rabbia.
Quindi sistema i vestiti, prende lo zaino e va a scuola ma è già in ritardo di venti minuti. Arrivato  a scuola, Gigino prende una nota per il ritardo.
Nell’ ora successiva la profe di aritmetica consegna le verifiche e per Gigino va male, quindi per sfogare la rabbia comincia a spaccare le matite nascondendosi sotto il banco. Arriva la fine delle lezioni, secondo lui l’ora della morte perché deve fare vedere  il voto ai suoi genitori.
Giunto a casa ancora infuriato per la pessima giornata, la madre prende il diario e vedendo la nota si arrabbia: comincia a strillare con una voce stridula e insopportabile. Successivamente apre il registro elettronico e vede il quattro che ha preso nella verifica sulle frazioni, poi vede i voti di italiano e nota che ha preso dieci nei temi e nel riassunto.

Allora la madre di Gigino lo perdona per la nota e poi lo ricompensa con una torta al doppio cioccolato extra fondente. Gigino si calma, la mangia e all’improvviso la dolcezza del cioccolato soffoca tutta l’amarezza della sua rabbia.
MARIE GRACE 

venerdì 21 ottobre 2016

ME STESSA

Mi hai detto una bugia
e poi sei scappato via ,
mi hai preso in giro
e mi è venuto un capogiro,



tutto il mondo mi è crollato addosso
mi sono sentita schiacciare da un colosso.
Il sangue mi ribolle nelle vene
nell’ addome uno sciame di falene,
faccio BOOM come un palloncino
e prendo  a pugni il mio cuscino.
Lo lancio contro il muro,
“Non ti parlerò più, te lo giuro!”
urlo forte
ma le mie idee sono contorte.
Respiro profondo e
nel mio letto affondo,
un grande sonno mi coglie
e in un fruscio di foglie
la mia rabbia vacilla:
mi sento finalmente tranquilla.
MARIE GRACE

lunedì 17 ottobre 2016

I DRAGHI DI MATTIA



Grazie draghi che mi avete fatto giocare insieme a voi mentre ero in ospedale.
MATTIA 5 anni

martedì 11 ottobre 2016

I NOSTRI OSPITI

 
Quando arrivano nella sala d’attesa della pediatria qualcuno sgrana gli occhi confessando candidamente, abbracciato alla propria maestra, di avere paura dell’ospedale. Sono i bambini delle classi quarte dell’Istituto Comprensivo di Ponte San Pietro, ospiti per poco più di un’ora del nostro Reparto e della nostra scuola.
Si lasciano subito affascinare dai led colorati del saturimetro e presto, con il dito inserito nella sua molletta, gareggiano tra di loro a chi riesce ad ossigenare al massimo. “100!” esclamano tra gli applausi dei compagni, scoprendo che davvero il loro cuore può impazzire quando si è innamorati e che dopo una breve corsa sul posto batte forte, velocissimo, anche se non proprio “a mille”.
Lo sfigmomanometro, dal nome altisonante, difficilissimo da pronunciare e ancora più da ricordare, è conosciuto da molti di loro, perché “…ah, ma è quello che usa sempre la mia nonna …” commentano con una nota di delusione e una volta messo al braccio ricorda loro i braccioli dei bagni in piscina dell’estate, “però quelli li usavamo solo quando eravamo piccoli..”. 
Alla vista dell’abbassalingua assumono tutti una faccia disgustata ma in fondo non è così terribile perché può essere evitato, basta aprire bene la bocca e ...tutti loro sono bravissimi a fare le linguacce. 

Si può anche giocare con la flebo riempita oggi, per l’occasione, con un liquido colorato che,
come una fontanella, può fluire goccia a goccia o uscire con un getto più potente dal piccolo tubicino del venflon, sottile e flessibile, “… che non fa mica male così… senza più l’ago dentro”.

Le loro domande e curiosità si moltiplicano, rimane solo il tempo per una scappata nell’aula del reparto che “… è tutta colorata, senza banchi, lavagna e cattedra perché a cosa servirebbero se gli alunni fanno cose diverse?”, e di fronte all’albero con le mele commentano: “Ma noi però a scuola un calendario così non l’abbiamo!”. 


In fila per due, stretti per mano, in silenzio, pronti per il ritorno nella loro scuola, seguono le loro insegnanti, lasciando indietro, in coda, dimenticata, la loro paura.

mercoledì 5 ottobre 2016

PER CHI E' CAMPIONE DENTRO

Può capitare di compiere gli anni in ospedale.
Senza festa, senza i soliti amici, senza brindisi.
Magari con qualche lacrima,
un po' di recriminazione, 
tanto rimpianto. 
Ma poi basta un palloncino, uno speciale,
con l'intrusione sfacciata dei suoi colori   
che porta con sé tutto l'amore dei genitori che gliel'hanno donato,
ed ecco il sorriso, 
quello di sempre.
Nonostante flebo e prelievi,
venflon, pompa e saturimetro,
si apre quel sorriso lento e caparbio,
il sorriso dei vincenti
per cui ogni ostacolo diventa una sfida.
Quel sorriso che lascia
in chi lo coglie e lo accoglie
una traccia,
come un segno,
quello della voglia di riscattarsi.
Buon compleanno
Samuele!

sabato 1 ottobre 2016

MATEMATICA A SCUOLA, SI'...MA IN OSPEDALE


Al tredicesimo giorno di una degenza sofferta tra cannucce, flebo, punti e medicazioni, dopo aver acquisito il patentino di guida della flebo e aver imparato a spostarsi con la carrozzina e poi con le stampelle, finalmente Sara affronta i compiti  di matematica con complicati sistemi di disequazioni.
Ma nemmeno la matematica la mette in crisi (più o meno...),
perché le viene in aiuto la sua compagna di degenza e di sfide a carte, Chiara, più grande di lei di un anno.
Dopo poco il tutor Chiara ha dovuto rinunciare all'impiego per andare a fare una risonanza, che tutto sommato non è così male.