Spesso
scrivere diventa un vero bisogno, uno di quelli che non si può ignorare, un po'
come uno starnuto che, anche se soffocato e trattenuto, ritorna presto a
solleticarci il naso con un prurito insistente e che esige di essere
sfogato, insomma, un bisogno primario :
Io sono vivo,ma non vivo perché respiro,
mi sento vivo solo se sfilo la stilo
e scrivo.
(Caparezza)
Un
bisogno che pur di essere assecondato ci spinge a ricorrere a una biro e a un foglio, magari di fortuna,
come il retro dello scontrino della spesa o un tovagliolo di carta dimenticato
in tasca o, per i più sofisticati e tecnologici,al tablet o al memo dello smartphone.
Va bene tutto pur di fermare quel pensiero, di lasciare traccia di quel
vissuto, di dare voce a un'emozione.
Così
è stato per Alessia quando, dopo una mattina un po’ storta, con il muso lungo,
cosa strana per lei, interrompe di punto in bianco la sua attività , si precipita sul computer dell’aula e inizia
a scrivere, frenetica , di getto:
“Questa lettera la scrivo da
ragazza che ha scoperto di dover stare in ospedale ancora per altri giorni (più
del previsto) … seduta in quel letto
osservando sempre quei quattro muri con una lunga linea rossa dipinta, sì, perché
è così che sto passando questi giorni ... qui le giornate sono sempre le solite
e la noia è sempre presente … immaginatevi ogni giorno le stesse cose ripetute
per una settimana o più … roba da matti!” sfogando così tutta la rabbia e la frustrazione per il rinvio
inatteso della sua dimissione.
Poi,
anche se un po’ rassegnata:
“Beh… che dire, non mi resta che
aspettare, aspettare e aspettare ,tanto per cambiare!,
trova la forza di ridere di se stessa:
“Calma e sangue freddo … un saluto dalla
vostra monotematica Alessia.”
Come
se si fosse liberata di un peso, il giorno dopo Alessia sembra rinata e durante
le ore di scuola , con l’assennatezza e
la maturità che qualche adulto potrebbe invidiarle, scrive :
“Un mondo intero,per la precisione
510.100.000 km² ,così poco tempo per esplorarlo tutto quanto...C’è chi ha
voglia di scoprire e sperimentare tutto sulla propria pelle e chi si accontenta
di qualche documentario in TV. C’è chi in cucina sperimenta piatti nuovi e chi si accontenta della solita pasta al
pomodoro senza troppi cambiamenti.
Tu che tipo di persona sei? È
difficile identificarsi e darsi una propria definizione sottolineando i propri
difetti,ma a volte è bene farsi un esame di coscienza e rendersi conto che
magari ad alcune persone non piacciono quelli che tu definisci “I tuoi talenti”
o “I tuoi pregi”.Addirittura altre persone cercano di evidenziare solo i
difetti di certe persone ,per fare notizia,a volte cambiando il significato di
quello che è la realtà,i Giornalisti.
Purtroppo saremo sempre
circondate da queste persone che ,insieme a noi,abitano quello che noi
chiamiamo “Mondo”.
Voglio farvi un esempio per
farvi capire meglio com'è l’uomo ai giorni nostri.
Un gruppo di amici si ritrova
in un cortile e iniziano quello che io chiamo “VaffaDay”.Ognuno dice quello che
pensa dell’altro per cercare di
migliorasi.
Il primo ragazzo del gruppo
inizia con un lungo elenco di difetti riferiti all'amico,che reagisce
positivamente accettando le critiche. Quando però tocca all'amico,dice solo una
cosa riferita al difetto dell’altro e lui si arrabbia,lasciando il
gruppo,interrompendo l’attività. Ecco come si dividono le persone nel mondo:
Quelle che hanno molti
difetti ma cercano di migliorarsi e quelle che pur avendo anche un solo
microscopico difetto,non lo accettano e lo ignorano. Queste persone sarebbero
ad un passo dalla perfezione,ma non riescono a raggiungerla perché non riescono
ad accettare il loro difetto.Questa la definisco una breve
descrizione del mondo,il mondo secondo me.”
ALESSIA 12 anni
