giovedì 31 marzo 2016

NON SI BUTTA VIA NIENTE

E' un lavoretto "di stagione" quello che si appresta a realizzare Giada. Concentratissima, in silenzio, forse anche per non disturbare Matteo che nel tavolo vicino sta ripassando il congiuntivo e risolvendo alcune divisioni con i numeri decimali.
Colora,
ritaglia,
decora ...
ed ecco qui che apre e mostra il suo biglietto di primavera: una farfalla posata sul fiore.
Sul tavolo rimangono ritagli di carta e cartoncino di ogni colore. Basta poco: una forbice a zig zag, un po' di colla, qualche pennarello per realizzare un gruppo di amici molto assortito: 
una coccinella, un pulcino e un coloratissimo dinosauro, forse proprio quest'ultimo il più in stile "primavera".

martedì 22 marzo 2016

ONORE AL VINCITORE!


Sembra dama...ma si chiama REVERSE o anche OTELLO, è un gioco di strategia, attenzione e logica.Lo scopo del gioco è quello di intrappolare le pedine dell'avversario tra le proprie per poterne cambiare il colore e appropriarsene. Vince chi alla fine ha più pedine del proprio colore.
Quelle di Matteo in questa partita sono le blu ... ha senza ombra di dubbio vinto.
Ha giocato la mossa giusta al momento giusto sbaragliando la sua avversaria, decisamente più esperta. Nonostante fino a poco prima si fosse impegnato nell'esecuzione di divisioni e nella ricerca delle proprietà dei quadrilateri, non ha mai perso la concentrazione, con gli occhi incollati sulla griglia, senza perdersi in inutili chiacchiere.
Al momento della vittoria, esulta, ma in maniera contenuta, da vero professionista. 
E da vero campione, regalerà la possibilità di una rivincita.
BRAVISSIMO MATTY!!!

venerdì 18 marzo 2016

A VOLTE PORTA FORTUNA


Ha sempre portato fortuna il lavoretto della casa per chi lo realizzava perché una volta completato, quasi per magia, compariva la lettera di dimissione.
Oggi perciò ci prova anche Alice, ma a metà lavoro, chiamata per la visita medica giornaliera, trova conferma che la sua degenza durerà ancora qualche giorno.
Eppure ci aveva creduto davvero alla "casa portafortuna".
Qualche lacrima di delusione e malinconia... ma subito Alice riprende il lavoro: disegna i suoi familiari, li attacca con molle di cartoncino affacciati alle finestre, decora e abbellisce l'ambiente esterno con un radioso sole di farina di mais. Ritrova così il suo sorriso, soprattutto ammirando la sua opera che merita l'ammirazione di tutti i suoi compagni di degenza.

Quadretti come talismani? A volte sì, tutti comunque bellissimi.



mercoledì 16 marzo 2016

UN PO' DI LILLIPUT NELLA SCUOLA IN OSPEDALE

Da più giorni Matteo s'aspettava la sorpresa, ma chissà perché si era fissato sull'arrivo di un Coniglio Pasquale.
Però non rimane certo deluso quando si materializza davanti ai suoi occhi, e a tutti quelli dei suoi compagni di degenza, il Mago Celestino. 

E' arrivato in avanscoperta qui, nella scuola in ospedale, direttamente da LILLIPUT, il Villaggio Creativo per i bambini dai 3 ai 12 anni. 
Al suo ingresso in aula, libri e compiti vengono subito abbandonati dai più grandi, Alice interrompe la realizzazione del biglietto pop-up con la farfalla e dalla sua stanza arriva anche Martina, ricoverata solo ieri, con la sua pompa al seguito. C'è anche l'immancabile Sami, acconciato a mago provetto con cappello e occhialoni. 
 

Per l'occasione persino il giro delle visite mediche viene sospeso.
Si merita tutta quest'attenzione il Mago Celestino che si prodiga con le sue bacchette magiche un po' scalcagnate, i suoi giochi di carte, la moltiplicazione "miracolosa" di palline e conigli e il libro stregato delle formule che prende fuoco. 
 

Trucchi, giochi, magie ma nessuno rimane a lungo a bocca aperta per lo stupore: troppa e incontenibile l'allegria che esplode in contagiose risate.
Anche il piccolo Riccardo, sveglio dalle tre di stanotte, dimentica di avere sonno e si "scompiscia" dalle risate, così fragorose da richiamare un grande pubblico assiepato alla vetrata della scuola.
 

La conclusione di una giornata così spettacolare meriterebbe l'esplosione di fuochi d'artificio, ma il regalo di sculture di palloncini e origami rende felici tutti.

 

Quando ormai il mago Celestino se ne è andato, Sami e Natascia si impegnano nel fissare alcuni momenti con i loro disegni, un modo per non dimenticare e per ringraziare.



venerdì 11 marzo 2016

COME MI IMMAGINO IL FUTURO

QUI HO CONOSCIUTO NUOVA GENTE, E IL MIO TEMPO LO PASSO INTERAMENTE CON LORO... QUESTO E' UNO DEI "CAPOLAVORI" CHE HO FATTO UNA MATTINA ALLA SCUOLA IN OSPEDALE.
MI IMMAGINO IL FUTURO COSI' PERCHE' SECONDO ME NON SIAMO SOLI NELL'UNIVERSO, E QUINDI ENTREREMO DI SICURO IN CONTATTO CON ALTRE FORME DI VITA... SPERIAMO ALMENO SIANO SIMPATICI E SOCIEVOLI!

MICHELA

giovedì 10 marzo 2016

C'E' UNA SCUOLA DENTRO L'OSPEDALE ...

Le prime diapositive della presentazione della scuola in ospedale scorrono lente, sui loro sguardi incuriositi ma carichi di stupore; i più sono seduti composti sulle loro seggioline, attenti. 
Non è facile raccontare a questi bambini di quattro anni, gli alunni del gruppo dei Robot della Scuola dell'Infanzia di Briolo, la realtà della scuola in ospedale. Più facile presentarla con il linguaggio immediato e universale delle immagini, con fotografie di ambienti, momenti, attività. Certo, tutti loro sanno che in ospedale c'è il dottore che cura i bambini e l'infermiera che dà le medicine, ne hanno parlato recentemente con le loro insegnanti assistendo al film di animazione "Il castello magico". 

Qualcuno intuisce  che c'è anche la cuoca che prepara i pasti e persino chi pulisce tutte le stanze e i pavimenti.Ma che in ospedale ci sia un'insegnante per i bambini malati li coglie davvero di sorpresa e  li lascia in un primo momento spiazzati, quasi senza parole. Poi però qualcuno interviene: "Ma anche se sono malati, pitturano e fanno i lavoretti proprio come noi!". "E giocano con le costruzioni... guarda che navicella spaziale...". "Fanno anche i compiti? Anche mia sorella li deve fare a casa, ma lei non ne ha mai voglia!". "Ma chi è quella signora seduta vicino alla bambina che usa il Didò?" domanda il più attento mentre le immagini si susseguono. "Davvero? La sua mamma?"chiede conferma con gli occhi sgranati dall'incredulità.
E allora ognuno ha da dire la sua, del nonno ricoverato, della sorellina da poco nata, e di quella volta "... che ho picchiato la testa nell'anta in cucina, e allora il papà mi ha portato in ospedale e mi hanno messo un braccialetto ... ma non mi sono fermata a dormire lì!".
Le parole così lasciano presto spazio ai fatti, perché è bello scoprire che con gli strumenti medici si può anche giocare: la mascherina può diventare un paracadute, la benda elastica un comodo codino per legare i capelli, l'abbassalingua un'elegante ballerina.
Seguono tutti interessati le fotografie delle fasi per trasformare una siringa in una coloratissima farfalla. Le ultime domande, e via al lavoro: ognuno con la propria siringa monouso"...ma sono proprio quelle vere dei dottori!" che maneggiano con dimestichezza, come se fosse per loro un oggetto abituale e non il misterioso strumento che terrorizza tutti i bambini ... e non solo i bambini! 

Rimane solo il tempo per gli ultimi saluti e la promessa di scambiare con i bambini della scuola in ospedale disegni perché questa esperienza così speciale possa continuare ancora. 



 

 
 


martedì 8 marzo 2016

IL DIFFICILE E' COMINCIARE

"Ma non ce la farò mai!" esclama Erika quando spiega il compito assegnatole a scuola per Arte. Certo, non è facile riprodurre il più fedelmente possibile, ingrandendolo, una copertina del giornalino PAPERINO.
Ma forse il più difficile è proprio cominciare, proprio per lei che si ritiene "... negata nel disegno!".
Ma accantona presto la sua sfiducia e, armata di matita e gomma, inizia a definire gli spazi, a tracciare le prime linee. Cancella, ridisegna, aggiunge particolari senza mai arrendersi, trovando anche il tempo per qualche esercizio di geometria.

E quando passa alla fase di coloritura c'è anche modo di parlare di pallavolo, il suo sport preferito, degli ultimi risultati della Foppa e della carriera di Valentina Diouf, il suo idolo.

Un lavoro di più giornate perché Erika non si accontenta di un'esecuzione approssimata e punta in alto, dando il meglio di se stessa. 
E alla fine l'opera finalmente terminata rende onore alla sua perseveranza.
Ne può essere orgogliosa, anche Walt Disney apprezzerebbe.

mercoledì 2 marzo 2016

SCUOLA A STAFFETTA, SCUOLA A PUNTATE

Non si sono mai conosciute di persona, né incrociate nella nostra scuola. Eppure Linda e Sarah hanno collaborato allo stesso progetto lavorando a staffetta.
Parte Linda nel realizzare la sagoma e i primi dettagli dell'alieno che presto addobberà il corridoio del reparto per Pasqua.

Lavora concentrata, silenziosa, a buon ritmo. 


Quando arriva il tanto agognato momento della dimissione, è in parte dispiaciuta:" E del mio marziano, che ne sarà?".
Ma è inutile preoccuparsi. Nel giro di qualche giorno interviene Sarah, anche lei ricoverata qui, neanche a farlo apposta della stessa età di Linda. Accoglie subito il suo "testimone" e prosegue il lavoro, abbellendo il marziano con fiori e decorazioni e portandolo velocemente a termine.

Ecco il momento più importante per l'artista: la firma dell'opera, "Posso firmare accanto alla mia socia?" chiede Sarah con il gergo di tutti i ragazzi della sua età.

Il prodotto finale rende onore a entrambe, un capolavoro eseguito in tandem: dove ha finito Linda, ha cominciato Sarah.                                                          
C'è invece chi lavora da solo, ma a puntate: il nostro Sami in uno dei suoi abituali day hospital, dopo aver diligentemente eseguito tutto il lavoro scolastico, si offre volontario a preparare un alieno, nonostante per lui, di soli 10 anni, possa essere un compito impegnativo. Ma Sami è abituato a superare gli ostacoli. Sceglie i colori, disegna, ritaglia e incolla. Tutto questo nella prima puntata.
A distanza di due settimane, rieccolo in pista: un po' di storia, qualche esercizio sul congiuntivo, e via, determinato a concludere il suo alieno, nonostante non sia troppo in forma. Ma ritrova subito il sorriso perché man mano che procede nel lavoro, cresce la sua soddisfazione.
E' il momento di abbellirlo, ma "... farfalle, fiori, coccinelle? Ma no, stiamo scherzando?", queste non sono cose da Sami. E così lo personalizza a modo suo: un pallone da basket e un paio di scarpe Air Jordan, c'era da aspettarselo per questo marziano, anche lui ( ...caso strano...) appassionato di pallacanestro, proprio come Sami.
La fotografia è tutta per l'alieno del basket, è il caso di dire, proprio un giocatore di un altro pianeta, ma tutti sanno che dietro ogni campione c'è un grande coach, la vera star: il giovane Sami.