martedì 11 ottobre 2016

I NOSTRI OSPITI

 
Quando arrivano nella sala d’attesa della pediatria qualcuno sgrana gli occhi confessando candidamente, abbracciato alla propria maestra, di avere paura dell’ospedale. Sono i bambini delle classi quarte dell’Istituto Comprensivo di Ponte San Pietro, ospiti per poco più di un’ora del nostro Reparto e della nostra scuola.
Si lasciano subito affascinare dai led colorati del saturimetro e presto, con il dito inserito nella sua molletta, gareggiano tra di loro a chi riesce ad ossigenare al massimo. “100!” esclamano tra gli applausi dei compagni, scoprendo che davvero il loro cuore può impazzire quando si è innamorati e che dopo una breve corsa sul posto batte forte, velocissimo, anche se non proprio “a mille”.
Lo sfigmomanometro, dal nome altisonante, difficilissimo da pronunciare e ancora più da ricordare, è conosciuto da molti di loro, perché “…ah, ma è quello che usa sempre la mia nonna …” commentano con una nota di delusione e una volta messo al braccio ricorda loro i braccioli dei bagni in piscina dell’estate, “però quelli li usavamo solo quando eravamo piccoli..”. 
Alla vista dell’abbassalingua assumono tutti una faccia disgustata ma in fondo non è così terribile perché può essere evitato, basta aprire bene la bocca e ...tutti loro sono bravissimi a fare le linguacce. 

Si può anche giocare con la flebo riempita oggi, per l’occasione, con un liquido colorato che,
come una fontanella, può fluire goccia a goccia o uscire con un getto più potente dal piccolo tubicino del venflon, sottile e flessibile, “… che non fa mica male così… senza più l’ago dentro”.

Le loro domande e curiosità si moltiplicano, rimane solo il tempo per una scappata nell’aula del reparto che “… è tutta colorata, senza banchi, lavagna e cattedra perché a cosa servirebbero se gli alunni fanno cose diverse?”, e di fronte all’albero con le mele commentano: “Ma noi però a scuola un calendario così non l’abbiamo!”. 


In fila per due, stretti per mano, in silenzio, pronti per il ritorno nella loro scuola, seguono le loro insegnanti, lasciando indietro, in coda, dimenticata, la loro paura.

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