Questo è il quarantesimo giorno che sono rinchiuso in ospedale. Si dovrebbe dire “ricoverato” ma io mi sento proprio
“bloccato”.
Non
posso uscire all’ aria aperta , fino a
qualche giorno fa non potevo neanche camminare e mi spostavo con la sedia a
rotelle trascinandomi la flebo. La peggior cosa è avere l’aghetto della flebo
sulla mano destra: non posso scrivere(questo testo lo sto dettando alla mia
maestra dell’ospedale),non posso ritagliare, non riesco a lavarmi i denti e
faccio fatica persino a giocare.
La mia testa
per fortuna è libera di pensare a quando ritornerò a casa e magari mangerò la
carne alla brace, cosa farò con la maestra Marina l’indomani , dove sarà mio
fratello, quanto si divertiranno i miei compagni a scuola.
Ma quando ho
paura,la mia mente si concentra solo sul dolore per cercare di capire cosa sta
succedendo.
Così in questi giorni che non sono più libero, ho capito cosa è la libertà.
Così in questi giorni che non sono più libero, ho capito cosa è la libertà.
Per me la
libertà è poter pensare a tutto ciò che voglio, senza obblighi, senza confini,
immaginando posti sconosciuti,
inventando creature fantastiche e storie strane.
Flebo, carrozzella, mal di gamba... non mi
importa niente: sono sempre libero di volare con la mia fantasia.
Matteo (9 anni e mezzo)
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