C’era una
volta un gatto di nome Cocò. Era un bel micio a strisce arancioni. Era un
randagio che aveva sempre fame e andava a frugare tra la spazzatura per cercare
qualcosa da mettere sotto i denti. Ma ne aveva solamente dieci perché gli altri
non gli erano ancora cresciuti.
Tutti i
gatti lo prendevano in giro per il suo nome. “Co-cò è una gallina! Co-cò è una
gallina! E non ha i denti proprio come le galline!!” gli dicevano. Allora esso si
arrabbiava ma così tanto che non riusciva a controllarsi: dalle zampe spuntavano le unghie, gli si
drizzava il pelo sulla schiena ma invece di soffiare come tutti gli altri gatti
gli veniva un “Co-co-dè” invece del solito “Schrrrt”. Poi faceva
un balzo e graffiava tutti. Così rimaneva sempre solo.
Un giorno
Cocò trovò nella spazzatura un limone ammuffito ricoperto da dei pelini neri e puzzolenti. Ma lui
aveva talmente fame che lo mangiò lo
stesso. Iniziò a tossire e svenne.
Quando si
risvegliò si trovò la bocca con tutti e trenta i denti. Andò a cercare gli
altri gatti e glieli mostrò facendo un bel sorriso.
Gli altri
gatti rimasero a bocca aperta. Esso, arrabbiato perché pensava che lo
prendessero in giro, iniziò a soffiare. “Schrrrt!
Schrrrt!” fece come tutti i gatti.
Gli altri si
stupirono dell’accaduto e gli dissero: “Adesso sei uguale a noi. Puoi diventare
un nostro amico ma ti chiameremo…? Boh… boh…? Ecco sì! Bobò! Allora ti
chiameremo Bobò!”
Da quel
giorno Bobò ebbe tanti amici, si sposò con una gattina da cui ebbe dei micini
che si chiamavano Bilò, Molò e Filò.
SARA
Nessun commento:
Posta un commento