Le prime diapositive della presentazione della scuola in ospedale scorrono lente, sui loro sguardi incuriositi ma carichi di stupore; i più sono seduti composti sulle loro seggioline, attenti.
Non è facile raccontare a questi bambini di quattro anni, gli alunni del gruppo dei Robot della Scuola dell'Infanzia di Briolo, la realtà della scuola in ospedale. Più facile presentarla con il linguaggio immediato e universale delle immagini, con fotografie di ambienti, momenti, attività. Certo, tutti loro sanno che in ospedale c'è il dottore che cura i bambini e l'infermiera che dà le medicine, ne hanno parlato recentemente con le loro insegnanti assistendo al film di animazione "Il castello magico".
Qualcuno intuisce che c'è anche la cuoca che prepara i pasti e persino chi pulisce tutte le stanze e i pavimenti.Ma che in ospedale ci sia un'insegnante per i bambini malati li coglie davvero di sorpresa e li lascia in un primo momento spiazzati, quasi senza parole. Poi però qualcuno interviene: "Ma anche se sono malati, pitturano e fanno i lavoretti proprio come noi!". "E giocano con le costruzioni... guarda che navicella spaziale...". "Fanno anche i compiti? Anche mia sorella li deve fare a casa, ma lei non ne ha mai voglia!". "Ma chi è quella signora seduta vicino alla bambina che usa il Didò?" domanda il più attento mentre le immagini si susseguono. "Davvero? La sua mamma?"chiede conferma con gli occhi sgranati dall'incredulità.
E allora ognuno ha da dire la sua, del nonno ricoverato, della sorellina da poco nata, e di quella volta "... che ho picchiato la testa nell'anta in cucina, e allora il papà mi ha portato in ospedale e mi hanno messo un braccialetto ... ma non mi sono fermata a dormire lì!".
Non è facile raccontare a questi bambini di quattro anni, gli alunni del gruppo dei Robot della Scuola dell'Infanzia di Briolo, la realtà della scuola in ospedale. Più facile presentarla con il linguaggio immediato e universale delle immagini, con fotografie di ambienti, momenti, attività. Certo, tutti loro sanno che in ospedale c'è il dottore che cura i bambini e l'infermiera che dà le medicine, ne hanno parlato recentemente con le loro insegnanti assistendo al film di animazione "Il castello magico".
Qualcuno intuisce che c'è anche la cuoca che prepara i pasti e persino chi pulisce tutte le stanze e i pavimenti.Ma che in ospedale ci sia un'insegnante per i bambini malati li coglie davvero di sorpresa e li lascia in un primo momento spiazzati, quasi senza parole. Poi però qualcuno interviene: "Ma anche se sono malati, pitturano e fanno i lavoretti proprio come noi!". "E giocano con le costruzioni... guarda che navicella spaziale...". "Fanno anche i compiti? Anche mia sorella li deve fare a casa, ma lei non ne ha mai voglia!". "Ma chi è quella signora seduta vicino alla bambina che usa il Didò?" domanda il più attento mentre le immagini si susseguono. "Davvero? La sua mamma?"chiede conferma con gli occhi sgranati dall'incredulità.
Le parole così lasciano presto spazio ai fatti, perché è bello scoprire che con gli strumenti medici si può anche giocare: la mascherina può diventare un paracadute, la benda elastica un comodo codino per legare i capelli, l'abbassalingua un'elegante ballerina.
Seguono tutti interessati le fotografie delle fasi per trasformare una siringa in una coloratissima farfalla. Le ultime domande, e via al lavoro: ognuno con la propria siringa monouso"...ma sono proprio quelle vere dei dottori!" che maneggiano con dimestichezza, come se fosse per loro un oggetto abituale e non il misterioso strumento che terrorizza tutti i bambini ... e non solo i bambini!
Rimane solo il tempo per gli ultimi saluti e la promessa di scambiare con i bambini della scuola in ospedale disegni perché questa esperienza così speciale possa continuare ancora.
Seguono tutti interessati le fotografie delle fasi per trasformare una siringa in una coloratissima farfalla. Le ultime domande, e via al lavoro: ognuno con la propria siringa monouso"...ma sono proprio quelle vere dei dottori!" che maneggiano con dimestichezza, come se fosse per loro un oggetto abituale e non il misterioso strumento che terrorizza tutti i bambini ... e non solo i bambini!
Rimane solo il tempo per gli ultimi saluti e la promessa di scambiare con i bambini della scuola in ospedale disegni perché questa esperienza così speciale possa continuare ancora.
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